Osvaldo CarluccioNel giorno del Natale di Roma, “il professor Osvaldo Carluccio – come ha scritto Franco Falco – è nato al Cielo”. Si è spento serenamente presso l’ospedale di Caserta, dove aveva subìto un intervento chirurgico, ultima tremenda tappa di una lunga fase di sofferenza fisica che aveva affrontato con forte determinazione e cristiana mitezza, assiduamente aiutato dalla moglie Alba Sgueglia, insegnante e giornalista. E’ venuto così a mancare un ammirato educatore che il popolo bellonese volle sindaco e che si cimentò, al termine del suo mandato, anche come autore di libri di storia locale, mentre ambientalista convinto e tenace era sempre stato. Con la sua dipartita si è aperto il vuoto che lasciano gli autentici testimoni di valori fondamentali che anzitutto poggiano sul profilo umano: l’indole e il carattere di Osvaldo Carluccio mostravano i tratti distintivi del paladino sempre pronto a spendersi per nobili cause. La sua alta statura corporea dava l’immagine di un “gigante”, ma bastava che pronunciasse anche poche parole per confermarsi “buono”, disponibile al dialogo e al superamento di ogni possibile conflittualità mediante l’esercizio positivo della sua mente aperta e di un generoso cuore. Nello svolgimento della sua professione di maestro elementare, a lui costantemente tributarono sincera gratitudine alunni e famiglie consapevoli dei messaggi educativi e civili che sapeva trasmettere. Ancora adesso lo ricordano a Castelvolturno, a Grazzanise e in altri Comuni in cui prestò servizio. Fu intanto attivista fervente dell’Associazione L’Enciclopedico che per tanti anni ha sviluppato a Bellona una rilevante elaborazione culturale.
E’ rimasta memorabile la sua azione da sindaco nel paese che porta il nome della dea venerata nell’antica Roma dove sorgeva un tempio a lei dedicato nei pressi del teatro di Marcello. Era un politico onesto, irreprensibile, attivo, attento ai bisogni della sua gente e lungimirante in tutte le decisioni da assumere nel superiore interesse del “bene comune”. Fra i momenti più intensi di quel periodo l’evento dell’arrivo a Bellona dell’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, per la solenne commemorazione dei 54 Martiri. Democratico e popolare, si mostrava coerente uomo di sinistra, al punto da rimanere allibito in tempi recenti, quando il Pd, partito in cui aveva a lungo militato, gli procurò varie delusioni. Infatti alle politiche del 2018 ebbe a spostare il suo consenso verso la nuova formazione denominata “Liberi e uguali”. Nello stesso anno diede alle stampe il volume “Bellona, il mio paese: ieri, oggi e…”: una tenerissima ricostruzione storica coincidente con l’appassionato omaggio alla sua città e a tutti gli abitanti. Emblematico l’incipit della dedica: “Non sono nato a Bellona; dal giorno che mi sono trasferito in questo paese mi sono sempre sentito un Bellonese”. Il suo sincero e perenne ambientalismo si focalizzò in particolare sulla “bomba ecologica” materializzatasi nella triste vicenda della gestione dei rifiuti e nel sogno mai sopìto di guardare alla contrada Triflisco come ad uno dei più importanti volani di sviluppo.
Alle ore 15 di questo 23 aprile il rito funebre nella chiesa madre e il tributo dell’attuale sindaco, Filippo Abbate, e dell’intera comunità di Bellona.

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