Incidente Ciro ModugnoÈ la notte tra il 10 e l’11 ottobre scorso. Corso Umberto I, Casal di Principe.

Una Chevrolet effettua improvvisamente un sorpasso nei pressi della pizzeria “Italy”, invadendo la corsia opposta. Tuttavia, contemporaneamente, dalla direzione contraria sopraggiunge uno scooter con in sella un ragazzo di soli 15 anni, Ciro Modugno, che viene completamente travolto dall’auto in corsa.

Tutto ciò che segue è solamente un crescendo angosciante: la chiamata al pronto soccorso, la corsa all’ospedale Giuseppe Moscati di Aversa, l’organizzazione di una donazione di sangue sul territorio della cittadina casertana; il tutto culminante con la notizia del decesso del ragazzo poche ore dopo il ricovero.

Le indagini immediatamente avviate da parte dell’Arma dei Carabinieri hanno consentito di accertare la dinamica del tragico incidente e di riconoscere che il 29enne a bordo dell’automobile che ha investito l’adolescente, accusato di omicidio stradale, fosse, al momento della disgrazia, sotto effetto, probabilmente, di alcool e cocaina.

Nei confronti del 29enne incensurato, il Gip del tribunale di Napoli nord ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, eseguita il 23 ottobre dai Carabinieri della Caserma di Casal di Principe, su ordine del Procuratore della Repubblica del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Maria Antonietta Troncone.

Ecco l’ennesimo caso di cronaca nera: un tragico incidente come se ne sentono svariate volte al giorno al telegiornale, in cui sono i nomi delle persone coinvolte, le località e le modalità a cambiare di volta in volta.

Non ci si può, però, fermare a queste mere schematizzazioni e semplificazioni, bisogna andare a fondo della faccenda in ogni contesto: perché dietro quei nomi ci sono delle vite che valevano la pena di essere vissute; dietro quel nome, Ciro Modugno, c’era una vita tutta da vivere che è stata spezzata all’età di soli 15 anni, mandando conseguentemente in frantumi anche quelle dei genitori e destabilizzando quelle degli amici più cari del ragazzo.

È pur vero che sono il caso e il destino a dominare tutto, ma non si può morire per strada a 15 anni. Non si deve morire per strada a 15 anni. Almeno non a causa di un conducente sotto effetto di alcool e stupefacenti alla guida di un’automobile sulla quale non avrebbe dovuto azzardarsi a salire.

Sono ben consapevoli di ciò amici e familiari del ragazzo che, il 10 novembre, a distanza di un mese dal drammatico evento, hanno organizzato una fiaccolata in memoria di Ciro che, partendo dal piazzale del cimitero di Casal di Principe dove oramai riposano le sue spoglie, ha attraversato tutta la cittadina dell’agro aversano, giungendo, infine, sul luogo dell’incidente.

“Vogliamo giustizia” e “Ciro vive” sono le esclamazioni più forti che si sono innalzate dall’addolorato corteo e che hanno fatto eco per le strade e le piazze principali di Casal di Principe.

Il concetto precedente è da ribadire, almeno per coloro che tendono a essere indifferenti e a voltare lo sguardo da tutt’altra parte, dimenticando quello che è successo: non si può morire per strada a 15 anni. Non si deve morire per strada a 15 anni.

 

Claudia Iorio, classe V A scientifico, liceo “S. Pizzi”

Cronisti di Classe 2021/22

 

TORNA SU
X

Capuaonline.com

Sul portale Capuaonline.com sono disattivate tutte le funzionalità utili alla copia dei contenuti.