IMG 20231123 WA0036In occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, celebrata il 25 novembre, sono stati svariati gli eventi e le iniziative organizzate e poste in essere sia dai docenti sia dalle associazioni studentesche nel contesto dell'Ateneo “Luigi Vanvitelli”, al fine di sensibilizzare la componente studentesca ed universitaria tutta rispetto alla tematica, soprattutto a seguito degli eventi recenti che hanno scombussolato l’opinione pubblica.
Le attività di sensibilizzazione e contestazione sono partite, in primis, nelle aule, nei luoghi e sale comuni, frequentate ogni giorno dagli studenti. Nello specifico, si è avuta l'esposizione di panchine rosse nei vari Dipartimenti, ma soprattutto l’organizzazione di giornate dedicate al tema. In merito al primo punto, l'associazione studentesca “Insieme” (attiva presso i Dipartimenti di Lettere e Beni Culturali e di Giurisprudenza) ha manifestato contro la violenza sulle donne dedicando una panchina ed una targa commemorativa a Giulia Cecchettin, estesa chiaramente a tutte le donne che hanno subito violenze o son state vittime di femminicidio. Tale panchina, ritratta nella foto allegata a quest'articolo, è stata poi colorata dagli studenti del Dipartimento con pennellate di rosso, colore sinonimo di rabbia e malcontento verso questi avvenimenti sempre più frequenti. Per quanto riguarda invece all'organizzazione di giornate dedicate al tema, presso Palazzo Melzi, una studentessa di giurisprudenza ha avuto modo per raccontare al pubblico la sua storia e quella di sua madre Valentina, durante l'incontro “Il silenzio degli innocenti”, organizzato dalla professoressa Marianna Pignata. Allo stesso modo, sia presso il Distabif sia presso il Dipartimento di Architettura, gli studenti hanno partecipato al famoso “minuto di rumore”, dopo aver ascoltato le parole lette da alcuni rappresentanti o studenti riprese da documenti quali testimonianze dirette, parole elaborate personalmente o monologhi. A tal proposito, ecco la testimonianza rilasciata da Caterina Verde, rappresentante degli studenti presso il Distabif e membro dell'associazione studentesca “Noi Vanvitelli”: “si è trattato principalmente di un evento organizzato da noi studenti, che ha registrato un fortissimo coinvolgimento, sia da un punto di vista emotivo sia quantitativo, in quanto ci ha permesso di godere della presenza di tantissime persone. In più, nonostante la semplicità del tutto, l'impatto emotivo è stato forte. Penso siamo riusciti a smuovere delle coscienze, in quanto successivamente sono stati svariati i messaggi ed i contenuti ricevuti da diversi studenti sui social”.
Per quanto riguarda invece i non meno rilevanti interventi “social”, è ancora oggi visionabile sulla pagina Instagram dell'Ateneo (unicampania) un Reel realizzato con il fine di ricordare la ragazza 22enne Giulia Cecchettin, vittima di femminicidio, con la partecipazione di studenti del Dipartimento di Ingegneria ed Architettura. Allo stesso modo, le associazioni studentesche “Futura Vanvitelli” (attiva presso il Dipartimento di Giurisprudenza), “Youvan” e “SiAmo Studenti” (attive presso il Dipartimento di Economia) hanno invece dato la possibilità alle studentesse di lasciare in scatole poste nei bagni dei vari Dipartimenti messaggi con su scritto storie di violenza subite, per permettere loro di darne testimonianza. Il video in cui alcuni studenti leggevano tali messaggi, poi postato sul canale social dell'associazione studentesca “Futura Vanvitelli”, ha emozionato un pubblico molto vasto di studenti dell'Ateneo, raggiungendo 3mila likes ed altrettante visualizzazioni. Il Dipartimento di Scienze Politiche, invece, ha coinvolto i suoi studenti in un Flashmob, anch'esso postato poi sul canale social dell'associazione studentesca “UniVerso Studenti”. Infine, nuovamente l’associazione studentesca “Futura Vanvitelli” ha deciso, in occasione del 25 novembre, di appendere all'ingresso del dipartimento di giurisprudenza la riproduzione di tutti quegli indumenti che le donne indossavano al momento della violenza, con l'obiettivo di contrastare lo stereotipo secondo il quale i vestiti della vittima possano o meno giustificare la violenza subita.

Luciana Gargiulo.
 
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