Olimpia AbbateUn arco splendido di onorato servizio presso gli Uffici municipali! Dal 1° aprile 1980 al 30 aprile 2022: esattamente, 42 anni e un mese. L’impiegata comunale-modello Olimpia Abbate è approdata felice al traguardo, coronata di stima ed apprezzamenti.
Ben 14 le civiche Amministrazioni che si sono succedute durante quattro decenni e più di travagliata gestione della “res publica” grazzanisana. Sindaci e Commissioni straordinarie in vari affanni che ancora lasciano solchi profondi nella storia recente del paese: Giovanfranco Gravante,
Enrico Parente (il “professore”), Marcello Vaio, triade commissariale Provolo-Argirò-Sorbo, Vaio (rieletto da popolo), triade Maddaloni-Vargas-Ciaramella, Enrico Parente (il “medico”, per due mandati: 2000/2010), Pietro Parente, tandem commissariale Ciaramella-Nero, triade Migliorelli-Auricchio-Quaranta, Vito Gravante, tandem Aldi-Lucchese, Enrico Petrella (ora “primo cittadino”). E lei, la signora Olimpia, autentica “fiaccola” di deontologia professionale, costantemente immersa nell’espletamento accorto dei suoi doveri al Municipio, dopo un anno (1980-81) prestato come assistente scolastica assunta grazie alla 285/77 (la cosiddetta “légge per i giovani”, quando, a differenza di quanto avviene attualmente, la marcia era quella giusta: dal precariato alla stabilità occupazionale). I primi tempi all’Anagrafe e Stato civile; dieci anni dopo in Segreteria e all’Ufficio Protocollo; poi, e fino alla fine, al Protocollo, in rapporto quotidiano e diretto con la cittadinanza.
Mai più tolta da quelle funzioni, perché affidabile, affabile, scrupolosa, produttiva. Un velo di tristezza nel cuore, per i temporali della vita, ma assiduamente un sorriso pronto e la disponibilità sincera per le persone che le recavano documenti da registrare in arrivo al Comune. Mai una lamentela, sempre rispetto e considerazione massima per chi aveva in mano carte dolenti o trionfanti da consegnare.
Le abbiamo chiesto quali difficoltà abbia dovuto fronteggiare. “Niente – è stata la sua dolce risposta – ho lavorato ogni giornata con passione, piacere, rapportandomi positivamente con la gente, i colleghi, i politici o i commissari amministratori!”. E la sua soddisfazione più grande? “L’essere arrivata al pensionamento a testa alta e con l’aggiuntiva contentezza di non aver chiesto permessi fino all’ultimo giorno di servizio”. Ha un messaggio per il/la collega che le subentrerà? “Certo! L’augurio a chi viene dopo di me di dedicarsi con amore ai cittadini, senza trascurarli, come ho cercato di fare io per tanti anni!”. Un sogno? “Sì! Come cittadina di Grazzanise coltivo il sogno di vedere migliorare il mio luogo natìo, soprattutto per i giovani che devono avere la possibilità di rimanere qui, senza doversene andar via per necessità. Grazzanise torni ad essere com’era una volta: tranquillo, orgoglioso, operoso!”.
Qui la “fiaccola” Olimpia nacque il 27 ottobre 1959, a dopoguerra inoltrato, in un tempo di pace e di ricostruzione. Il padre, Filippo Abbate, era per passione un poeta, un cantore tuttora ricordato per i suoi versi ora sferzanti ora teneri; la madre, Vincenza Parente, donna educatrice vecchio stampo. Fra i suoi amati fratelli e sorelle il più alto di statura, e non solo, Giovambattista (detto Tittillo), maestro elementare e consulente del lavoro: stessa indole di Olimpia, a nutrire la gioia di vivere e di servire il prossimo!

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