04Lo sfratto esecutivo che incombe sulla locale associazione di Protezione Civile SOS Radiosoccorso è una delle prove emblematiche della cecità delle Amministrazioni comunali che si sono succedute nel corso di questi ultimi anni. Una cecità assurda, unita all’incapacità di gestire concretamente una problematica come quella della valorizzazione delle associazioni di volontariato. Una vergogna che si è ripetuta da amministrazione ad amministrazione, a cui si sarebbe andato ad aggiungere, molto probabilmente, il timore alimentato da qualche dirigente comunale di presunti danni erariali, in caso di concessioni di immobili in comodato d’uso alle associazioni. In questo modo, molto probabilmente, si sarebbero scoraggiate le sottoscrizioni dei contratti di concessione, nonostante in tutta Italia siano perfettamente utilizzate tali forme di accordo, ovviamente verificati tutti i presupposti necessari. Necessariamente sarà da esaminare se tale circostanza è vera o se rappresenta l’alibi offerto ancora una volta dalla nullità politica e gestionale delle amministrazioni comunali succedutesi per non mettere mano al problema.
Il destino dell’associazione di protezione civile di Capua torna dunque in discussione. Non è una novità, visto che già negli anni scorsi il pericolo di rimanere senza sede è stato vissuto dai volontari della SOS Radiosoccorso che, si ricorda, sono impegnati in soccorso in calamità naturali, eventi alluvionali, antincendio, assistenza alla popolazione per le esigenze del momento; in ultimo, ma non per ultimo, nella fase pandemica, la SOS ha egregiamente partecipato, unitamente ad altre associazioni, a tutta la fase di supporto ai cittadini. Al di là della valorizzazione a chiacchiere fatta dai politici delle associazioni senza fine di lucro, permane a Capua la totale assenza di una progettualità che ruoti intorno al volontariato, che da anni gratuitamente offre alla popolazione locale un servizio indefettibile. Comuni limitrofi a Capua hanno destinato locali e strutture alle associazioni, mettendo da parte la miopia amministrativa commistionata all’incapacità di mettere in campo un reale supporto a chi desidera solo aiutare la propria città, rinunciando anche al proprio tempo libero. Colmo dei colmi, la protezione civile deve anche provvedere al pagamento delle assicurazioni dei mezzi, al carburante e anche alle divise, potendo beneficiare di alcuni contributi in caso di sottoscrizione di convenzioni miranti a specifici servizi ma che comunque non sono sufficienti per la completa gestione delle attività. “Tutti erano e sono a conoscenza della possibilità vicina che la Protezione Civile vanga allontanata dai locali adibiti a sede sociale. Tutti ci hanno garantito un supporto ma di fatto al momento nulla. Una difficoltà nota alle amministrazioni comunali del passato come al Commissario Prefettizio. Ci dispiacerebbe non poco non poter più svolgere attività di supporto alla popolazione capuana ma purtroppo non possiamo che prendere coscienza che siamo stati lasciati soli. Noi provvediamo da soli a mantenere i mezzi, pagando le assicurazioni, il carburante e la manutenzione, nonché l’energia elettrica e le divise. Noi siamo disponibili a voler continuare nel nostro impegno ma qualcuno deve pur mettere mano concretamente ad organizzare fattivamente il volontariato in città”. Così Antonio Pellegrino, presidente della SOS Radiossoccorso.

 

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