santagataLa Santa protettrice della città di Capua: Agata, venerata con una imponente statua argentea, patrimonio della Basilica Cattedrale, a cui si aggiunge quella di Stefano, protomartire. Entrambi, Agata e Stefano, sono i copatroni della nostra città. Ad entrambi è dedicata la chiesa principale, il Duomo. Celebrazione Liturgica in Cattedrale, venerdì, cinque febbraio, rimandato il premio, istituito ed organizzato da Camillo Ferrara, con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale.
Il riconoscimento viene attribuito ai capuani che si sono distinti nelle professioni, e consiste in una pregevole riproduzione del busto della Santa, opera dell'artista Annamaria Ferrara. Molto probabilmente, la cerimonia di conferimento, per l'edizione di quest'anno, si terrà in primavera. Siamo certi, però, che Camillo Ferrara, d'intesa con il sindaco Luca Branco, hanno già individuato la personalità a cui assegnare la preziosa statuetta. Non appena sarà data l'ufficialità del premio, sarà nostra cura notiziare i lettori ed evidenziare i meriti del capuano benemerito. La festa della copatrona, richiama la Capua evangelizzata da Pietro Apostolo, di cui si narra il passaggio e la sosta lungo le sponde del Volturno, dove al ricordo venne eretta la chiesa di San Pietro a ponte, in piazza Maiella. È anche la Capua di Prisco, primo vescovo. Ci siamo chiesti il perché dell'amore viscerale per Agata e Stefano da parte del popolo credente capuano, che si eleva con la consacrazione della città ai due protagonisti di altrettanti martirii, compiuti per la loro fede cristiana, mai abiurata. La ricerca non è facile, comprensibile, ma la caparbia lettura di testi, l'analisi accurata dei riscontri antropologici, hanno convenuto risultanze che riteniamo preziose, ma soprattutto, meritevoli di divulgazione. E proprio per registrare la devozione per Agata e Stefano, diventa singolare il pensiero di Publio Lentulo, cronista dell’Impero, che, tra l'altro, scrive: “ … più ne ammazziamo più si allargano a macchia d’olio, infatuati da quello che fu crocifisso e chiamano loro Re e Signore”. San Paolino Vescovo, scrive a San Cipriano di Cartagine una lettera di presentazione per quanto avviene in Capua, stracolma di monumenti, tra cui l’Anfiteatro, arena per il pasto alle belve affamate di carne umana: “Capua fecunda parens sanctorum”. Capua feconda genitrice di Martiri.
Il culto di Stefano nella Capua romana è collegato al passaggio del corpo che fu traslato da Gerusalemme a Roma. Intorno all’inizio del V secolo, prima domenica di maggio, il popolo accolse il carro con le spoglie mortali di Santo Stefano e la reliquia del braccio venne lasciata alla Chiesa capuana per ricordare lo storico passaggio.
Per Agata, è la festa di venerdì prossimo, dove la città ne riconosce ed esalta la venerazione, fin dall’epoca di San Germano Vescovo, quando sarà attribuito il riconoscimento, per entrambi, di Patroni della Basilica e di Capua.

 

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