Foglie 101022AE a Capua c'è don Alberto, che rispolvera ricette antiche ed i segreti della cucina del contado capuano. Pietanze gustose, dove i sapori si mescolano alla storia di una città fatta di emozioni, con suggestioni architettoniche che accompagnano i visitatori in un viaggio tra miti e leggende. È proprio qui, che Alberto Bernasconi ha scelto di intraprendere una nuova ed emozionante avventura, lui che governa con amore e passione i fornelli, alla guida di una straordinaria macchina organizzativa, dove la famiglia è il supporto indispensabile per proseguire una professione di successo, iniziata con "La mangiatoia", da trent'anni e che ancora è presente a porta Roma.
Don Alberto illumina uno degli angoli più suggestivi del centro storico, inebria di profumi la storia dei Nobiluomini, c'era una chiesa, un palazzo gentizio, c'è il busto del Martucci, è la graziosa piazzetta De Renzis, ed a pochi passi svetta la casa di Ettore Fieramosca. Gli ambienti della locanda sono semplici negli arredi, quanto basta per mettere a proprio agio i commensali. Attraggono le travi anticate, la cucina governa i contenuti con l'accoglienza più che familiare di Alberto e donna Vanda, c'è Valeria che è pronta a sostenerti nella scelta, promuovendo ciò che lo chef ha preparato. Si, perché tutto è basato sui prodotti che di buon mattino don Alberto trova al mercato, nel tradizionale giro tra i suoi fornitori. Carni o pesce, da non perdere la fritturina di paranza, basi portanti di un menù ricco e variegato, dove la carta dei vini racchiude etichette nostrane e nazionali. C'è un pacchero di Gragnano con polpettine di baccalà, a cui non si può fare a meno, il tubettone con la zucca e nulla togliere alla pasta mista con i fagioli, alla Greca, che rende felice donna Vanda che ricordara le origini familiari. Eppure, conoscendo Alberto Bernasconi, ed il successo dei suoi piatti, il trogolo capuano si annovera tra i ristoranti più rinomati della tipicità campana. L'apoteosi delle pietanze non lascia indifferenti, il menù è invitante, coinvolgente il carrello dei dolci, dove non mancano le golosità campane. La semplicità di don Alberto è disarmante, soprattutto quando a fine cena desidera sedersi al tavolo degli ospiti. Una chiacchiera, un sorsetto di buon vino e tutto si conclude con la consapevolezza di aver trascorso una momento in famiglia. Lo sanno bene i bungustai, semplici avventori ma anche i personaggi dello sport, dello spettacolo, del giornalismo e tanti professionisti che spesso sostano a Capua, proprio per le attenzioni dello chef, meta per chi ama il "saporito", come a casa propria.
Foglie "Di Lauro"

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