epifaniaLa data del sei di Gennaio, festività dell'Epifania, coincide con il riconoscimento giuridico attribuito all'Arciconfraternita del Santo Rosario di Capua. Infatti, nella medesima data, ma del 1584, ebbe inizio la meravigliosa attività religiosa e sociale del sodalizio capuano. La recente nomina di Gianpaolo Palmieri, a priore della Congrega, ratificata dall'Arcivescovo Salvatore Visco, ha generato, non solo un rinnovato entusiasmo per le opere di divulgazione delle attività benefiche, ma anche la maggiore ed incisiva attività intorno alla imponente e suggestiva chiesa di San Domenico, che sin dalla sua fondazione, è affidata, appunto, alla cura ed alla custodia dei confratelli devoti alla Madonna del Rosario. Attività, che sono state indirizzate, anche, attraverso una attenta, generosa e certosina ricerca antropologica, che ha licenziato alle stampe una raccolta di notizie, eventi e curiosità. E non potevano mancare, nella accurata sequenza delle analisi testimoniali, i riferimenti al Granata, che per la città di Capua, "la fedelissima", ha offerto spunti di riflessione relativamente alla storia ed alle tradizioni dell'antica capitale del popolo Osco. In origine erano due le congregazioni riconosciute, oltre quella del Rosario, c'era il sodalizio del Monte di Dio. Entrambi si collocavano nell'ambito dell'apostolato dei frati mendicanti. Dall'archivio generale Ordinis Praedicatorum, si evince un documento datato 31 dicembre 1577, ed un conseguente atto a firma dell'arcivescovo Cesare Costa, datato al 1597. Lo stesso Ferdinando IV, ne certifica l'attività nel 1776. Gli scopi e le finalità del sodalizio, vedono tutti i membri coinvolti nella pratica e nella testimonianza di vita cristiana, attraverso percorsi di catechesi e di preghiera comune, al fine di una mutua edificazione nella crescita umana e spirituale. Resta ferma la promozione del culto pubblico della Chiesa, nonché, mantenere, rinnovare e trasmettere ai posteri, i particolari atti di devozione in onore della Beata Vergine del Rosario, la cui memoria liturgica cade il giorno sette del mese di ottobre. La suggestiva statua della Madonna, venerata nella chiesa, è fattura tipicamente artigianale attribuita a maestranze napoletane del ‘700, come pure Il bambinello, adagiato sulla mano della Vergine. L'abito della tradizione, invece, venne realizzato, con meticolosa arte sartoriale, da suor  Maria Giuseppina Luongo, dell'ordine Francescano di Santa Caterina, nel 1899. La festa del sette di ottobre, fu istituita con il nome di “Madonna della Vittoria” da Papa Pio V, a ricordo della battaglia di Lepanto, con lo scontro navale tenutosi nel Golfo di Corinto, il sette ottobre 1571, nel quale la flotta della Lega Santa, formata da Spagna, Repubblica di Venezia e Stato della Chiesa, sconfisse la flotta dell’Impero ottomano. In seguito, Leone XIII trasformo questa festa attribuendole il nome di festa della” Madonna del Rosario”. La monumentale chiesa di San Domenico risale al  XIII secolo, realizzata per ricordare ai posteri il soggiorno a Capua di San Tommaso D'Aquino. L'intero complesso, comprensivo di chiesa, convento e seminario, ha subito diverse trasformazioni; al 1474 risale la ristrutturazione del chiostro, al 1516 quella degli ambienti del convento, nella prima metà del Settecento, l'aspetto attualmente visibile. L'intero edificio presenta i caratteri del tardo barocco napoletano. E' a navata unica e sul prospetto meridionale della chiesa, si erge la torre campanaria che probabilmente costituiva una delle quattro torri angolari dell'antico palazzo dei principi longobardi. L'impianto del chiostro rimanda alla fondazione angioina, per quel che riguarda, soprattutto, la dissimetria dei porticati. Non meno suggestiva la piazza, in cui è situata una delle più antiche fontane.

 

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