sangiuseppeIl primo giorno del Triduo in onore dell'Addolorata viene fatto coincidere con l'accensione del pannello con le luminarie, posizionato sulla facciata della chiesa di San Giuseppe. È la festa di porta Roma: fede, tradizione ma soprattutto devozione, tanta e generosa, elementi insostituibili e tramandati da generazioni. I portaromani sono tanto devoti quanto orgogliosi della loro professione di fede, ancor più quest'anno, che la festa ritorna al suo antico splendore dopo due anni di pausa per la pandemia. La guida spirituale dell'intero gruppo di fedeli impegnati nell'organizzazione è don Raffaele Paolucci, beneamato parroco, apprezzato per le molteplici attività religiose e pastorali, che persegue con la certezza di avere al suo fianco un numero di fedeli sempre più crescente. Parliamo della chiesa di San Giuseppe, ed il ricordo è nitido a quel 24 maggio 1992, la sosta del Papa "Santo" Giovanni Paolo II, c'era anche lui, indimenticabile don Mimmo Mirra. La festa per la Vergine Addolorata non vuole essere circoscritta al solo ambito rionale, gli organizzatori auspicano che sia la festa di Capua e quest'anno si rinnova con tutte le sue belle tradizioni. La solenne processione del simulacro, sabato, il pellegrinaggio in tutte le contrade, la sosta di preghiera a villa Ortensia, il rientro con il doppio passo degli Accollatori. Domenica, la Messa solenne officiata dall'Arcivescovo Salvatore Visco. La chiesa di San Giuseppe è un simbolo per Capua, fu fondata il due maggio del 1762. Da quel giorno venne istituita una fervente professione di fede per l'Addolorata. Il bombardamento aereo del nove settembre del 43 danneggio' seriamente il tempio, furono indispensabili lavori di ristrutturazione che si conclusero nel quarantacinque. Il comitato festa è presieduto da Don Paolucci ma i suoi più stretti collaboratori sono Franco Ingicco, Tommaso Tessitore, Dora Spano, Angelo Inella, Livio Criscione, Nino Pucillo, Maurizio Avizzano e Massimo Piccirillo.