Screenshot 2022 11 23 10 01 41 76 f598e1360c96b5a5aa16536c303cff92Me lo ricordo bene quel 23 Novembre di quarantadue anni fa, è impresso nella mente ma soprattutto nel cuore. Una domenica come le altre, la solita passeggiata con gli amici, la sosta in piazza dei Giudici, rientravo a casa intorno alle 19, la Domenica sportiva sarebbe stata la trasmissione per gli aggiornamenti su gare e classifiche. Mi apprestavo a salire i primi gradini e non si capi più nulla. Il resto è storia. È storia anche la prima de Il Mattino, Roberto Ciuni firmava la gerenza, direttore responsabile del maggiore quotidiano del mezzogiorno. Il titolo a caratteri cubitali ed a tutta pagina era la sintesi di una tragedia. "Fate presto", il grido di dolore dei paesi dell'Irpinia rasi al suolo, di Napoli, del casertano come dell'intera Campania. Gente in strada, ci sono le radioline portatili per ascoltare i notiziari, nelle macchine fornite di radio si cerca in modo snervante di trovare una stazione che trasmetta informazioni. Ci sono contatti continui  tra i radioamatori, i loro "baracchini" fanno da ponte tra l'area del cratere ed il resto del mondo. Dalla redazione del giornale, in via Chiatamone, vengono inviati sul territorio i cronisti disponibili, a loro il compito di raccontare al mondo intero la più grande tragedia di tutti i tempi. Sono le 19.34, è domenica 23 novembre, il tutto accade in novanta interminabili secondi, sufficienti per spezzare vite, cancellare borghi, strade, storie, gettare intere famiglie in un incubo durato poi decenni. Il sisma è registrato nella scala Richter per un magnitudo di 6,9 gradi, con epicentro tra i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Campania. Il bilancio elenca 2.914 morti, 8.848 feriti e 300mila sfollati. A via Stadera, nel quartiere di Poggioreale, crolla un palazzo. Le linee telefoniche interrotte e la portata catastrofica del fenomeno fu chiara solo dopo diverse ore.
 
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