foto articolo 4La mozzarella di bufala è, da sempre, un'eccellenza campana e, da circa mezzo secolo, anche pastoranese.
Si tratta di un latticino a pasta filata, prodotto da secoli nell'Italia meridionale e, attualmente, esportato in tutta Italia e in vari Paesi del mondo. L'alimento, invece, deve il suo nome all'operazione di mozzatura, compiuta per separare dall'impasto i singoli pezzi durante la lavorazione artigianale, come testimonia anche la sua antica denominazione: mozza. La prima testimonianza scritta sulla presenza di mozzarella in territorio italico ci è data da Plinio il Vecchio che, nella sua "Naturalis Historia", cita il "laudatissimum caseum del Campo Cedicidio", oggi identificabile in un'area che comprende Castel Volturno, Mondragone e altre zone del Volturno.

La tradizione della mozzarella è, quindi, antichissima e, dalla metà del secolo scorso, sul territorio pastoranese sono sorti diversi caseifici che si contraddistinguono per qualità dei prodotti e professionalità.
Tutte le aziende ("Caseificio Russo", "Caseificio Jemma" e "Caseificio I due Pini") dispongono di un proprio allevamento, e i prodotti sono tutti a Km 0. Proprio per questi motivi, i caseifici pastoranesi non hanno nulla da invidiare ai caseifici dell'Aversano, e la nostra mozzarella è riconosciuta come una delle migliori a livello regionale.

Nel corso degli anni, per dar risalto a questa eccellenza, il comune di Pastorano ha organizzato il tradizionale "Festival della Mozzarella". La prima edizione, svoltasi più di 20 anni fa, ha riscosso enorme successo. Il festival ha visto la partecipazione di molti caseifici pastoranesi e non, per esporre i propri prodotti e offrire agli avventori l'assaggio di questi ultimi. La novità, però, è stata la presenza di una giuria che aveva il compito di eleggere la miglior mozzarella. Si è creata, in questo modo, una sana competizione tra le varie aziende che, fino all'edizione del 2021, hanno continuato a prendere parte all'evento.

Tutti ci auguriamo che quest'anno le condizioni sanitarie migliorino in modo da consentire, come da tradizione, che l'evento abbia luogo.


Giovanni Cerchiello, V sc/B Liceo S. Pizzi, Capua

 

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