sciopera trasportiSciopero dei camionisti a Caserta. Ma all’orizzonte, lo spettro dello stop all’attività della panificazione per spese insostenibili. I panificatori potrebbero spegnere i forni e allinearsi con gli autotrasportatori, stanchi per le spese oramai insostenibili. Da oggi 12 marzo, molti autotrasportatori del Casertano si sono fermati, e ciò a causa dei rincari di carburante.

La decisione di fermare i camion era emersa alcuni giorni fa dalla riunione dei camionisti aderenti all’Associazione Trasporto Unito, rappresentata in Campania da Antimo Caturano (presidente) e Francesco Annunziata (vice). “Una decisione inevitabile e ampiamente prevedibile – spiega Caturano – dal momento in cui, il prosieguo dell’attività, a queste condizioni e con questi rincari esorbitanti, produrrebbe solo ulteriori indebitamenti da parte delle aziende. Il nostro settore purtroppo è stato abbandonato dalle istituzioni”. Gli autotrasportatori sono preoccupati per “i costi di produzione dei servizi di trasporto, con particolare riferimento al costo del carburante, e il costo contributivo e assistenziale del personale, tutte voci diventate ormai insostenibili”, “i costi d’esercizio che non si riescono a trasferire sulla merce e alla committenza, perché la categoria è debole contrattualmente in quanto mancano regole certe e applicabili”; inoltre, fanno notare gli autotrasportatori, “la disposizione di legge in materia (comma 5, art. 83 bis, L. 133/2008), che prevede l’aumento del corrispettivo in presenza di variazioni del costo del carburante per almeno il 2%, non agisce perché, per come scritta, non è in grado di funzionare”.

Intanto, le realtà della panificazione sono preoccupate per l'abnorme crescita dei prezzi di gas, energia, materie prime e materiali di imballaggio già in atto da alcuni mesi. E, prendendo a campione alcune realtà territoriali d’Italia, dai calcoli effettuati, rispetto al 2021, un molino che utilizza quasi 1,5 milioni di kWh/anno, potrebbe subire un aumento anche del 220%, passando da 131 a 420 mila euro di costi mentre un panificio, con un consumo medio di 150mila kwh, potrebbe patire un aumento anche del 145%, passando da quasi 21mila a oltre 51mila. Inoltre confrontando le fatture di acquisto di questo inizio anno con quelle dell'anno scorso, si nota come in media le farine di grano tenero per panificazione siano cresciute del 25% mentre la semola di grano duro del 60%. Ma questi sono i dati di febbraio e non di oggi, mentre è in atto un aumento quotidiano della farina e del gasolio. Da lunedì, quindi, potrebbero esserci delle importanti novità anche sul fronte della panificazione.