“Ha insegnato che la Parola deve tramutarsi in azione, e guidare la vita. In tal modo la vita cristiana si rivela oltremodo attraente e contagiosa. È stato povero, non perché non aveva soldi, ma perché li dava, e li spendeva per i poveri, e per le opere parrocchiali”, così don Rosario Ventriglia, abbate curato della chiesa di San Martino Vescovo di Macerata Campania commenta la chiamata in cielo del confratello padre Francesco Monticelli, della Diocesi di Capua. Monticelli entrò nel 1952 nel seminario minore della Badia Camaldolese di Bonsollazzo, in provincia di Firenze. Proseguì la sua formazione a Camaldoli e nel pontificio Ateneo Anselmianum di Roma. Ottenne la Licenza in teologia ma anche la Licenza in Sacre Scritture presso il pontificio Istituto Biblicum di Roma. “Fu per diversi anni – rivela don Rosario – responsabile pastorale dei Matrimoni che si celebravano nella Chiesa di San Gregorio al Celio e fu stimatissimo da tutti per questo suo lavoro. Capì che per lui era meglio fare il parroco che il monaco e chiese e ottenne il passaggio alla Diocesi di Capua nel 1988, ma ha mantenuto sempre la sua fraterna amicizia con i confratelli camaldolesi. Nella nostra Diocesi, non ha mai smesso di essere Monaco. Ultimamente, nei giorni di ricovero all’ospedale di Villa Fiorita, non smetteva di ringraziare: ‘Sono meravigliato per come mi state aiutando, questo è amore di Dio’, diceva. Dispensava continuamente – aggiunge Ventriglia – una benedizione monastica: ‘Dio ti benedica con la scorza e la mollica’, cioè con pienezza di bene. La sua morte nella Domenica della Divina Misericordia, e le esequie nella solennità dell’Annunciazione, peraltro nella sua ultima parrocchia della Santissima Annunziata di Grazzanise, mi è sembrata la logica conseguenza della sua vita. Padre Francesco dimorava nel pensionato delle Suore Francescane dei Sacri Cuori a Curti; veniva assistito molto bene, in particolare da Suor Gina, che lo seguiva direttamente. Avrebbe compiuto 84 anni il 16 aprile 2024. Uno dei suoi ultimi pensieri che ho raccolto è stato questo: ‘Il Paradiso è una eterna donazione del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, e la gioia di Gesù sarà in noi, e la nostra gioia sarà piena’. Sì, ora la sua gioia in Cielo è piena”, conclude don Rosario.