
Lo ricorderemo con affetto ma soprattutto per la gentilezza e la grande professionalità. Aristide Sessa ha lasciato la vita terrena con tutto l'amore che i figli, le nuore ed i nipoti hanno potuto ricambiare in questi ultimi anni, da quando la signora Anna, l'adorata moglie, lo aveva lasciato per intraprendere il viaggio verso la vita eterna. Costernati dalla ferale notizia, la vicinanza affettiva non può esimerci dal cordoglio per Igino, Gennaro e Fabio e narrare la storia di chi, pur non essendo nativo di Capua, ha dimostrato concretamente di amarla, contribuendo in modo determinante non solo alla sua crescita commerciale ma anche sociale e culturale. Di Aristide Sessa ricordiamo la puntualità e la dedizione per il lavoro di gioielliere: ogni mattina era il primo a presidiare l'apertura del proprio negozio, arrivando anzitempo, anche prima dei fidati collaboratori. Un cerimoniale che lo accompagnava sin dal 1957, quando grazie al sostegno morale di Nunzio Lombardi, titolare dello storico bar del corso Appio e Francesco Carrella, meglio conosciuto come Ciccio sott all'arc, suoi compaesani, decise di intraprendere la "brillante" attività di gioielliere in quel di Capua. Aristide Sessa, don Aristide, così come lo chiamavamo un po tutti, era il quarto di cinque figli di una famiglia di gioiellieri di origini napoletane, precisamente di Palma Campania. È mamma Nicoletta che gestisce l'attività di famiglia; intrattiene i clienti e, spesso, richiama al dovere il marito Igino, le cui passioni, nel tempo libero, erano la caccia e la cura dei cavalli nella vicina masseria, dove si recava negli intervalli tra un cliente e l'altro. I tempi non erano certamente forieri di grandi vendite, per cui, le pause erano anche l'occasione per coltivare iniziative alternative. Mamma Nicoletta prediligeva il dialogo con i clienti, un rituale consolidato per la famiglia Sessa; rituale ancora oggi, determinante nelle attività di Capua, gestite da Fabio, ed a Santa Maria Capua Vetere dirette da Gennaro. Aristide, sin da ragazzo dimostra attitudine nello studio ma anche spiccate doti nei rapporti interpersonali e, soprattutto, propensione per il commercio. Con il calesse accompagnava il papà presso le famiglie delle signorine promesse in matrimonio per mostrare i disegni dei gioielli, che, una volta scelti, sarebbero stati realizzati a mano. È la guerra che rovina i piani commerciali: i tedeschi con una mina fanno saltare la cassaforte e l’oro nascosto in un pozzo di un podere di proprietà viene trafugato. È un disastro per la famiglia. Dopo l'armistizio inizia la lenta ripresa, Aristide frequenta il liceo classico, è al quarto anno; profitto ottimo, é costretto a lasciare gli studi: papà Igino muore, si disse per la pressione arteriosa troppo alta. Aristide ed il fratello Michele devono rimboccarsi le maniche e dedicarsi al lavoro; Aristide, in particolare, si specializza nella riparazione degli orologi, frequentando vari laboratori locali e, poi, quelli torinesi e svizzeri. Il colpo di fulmine per Anna lo abbaglia. Il matrimonio, un amore grande sostenuto da passione, rispetto, dedizione ai principi fondamentali di una famiglia sana, generosa. Anna è di Ottaviano, professoressa in Lettere e Filosofia, ha insegnato per anni all'Ettore Fieramosca. Il matrimonio ed il progetto di aprire una gioielleria nel casertano diventano realtà. In un primo momento viene scelta la città di Teano ma a Capua ci sono i compaesani: il pasticciere Nunzio ed il famoso “Ciccio sott’ all’arc’ “. È necessario individuare i locali, quelli disponibili, più in vista, sono sotto i portici di via Duomo, dove aveva avuto sede un circolo ricreativo. La proprietà è dell’ Avvocato Di Lullo, che ne concede immediatamente il fitto. Gli anni passano e nel 1980 c'è l'apertura, sempre in via Duomo, de La Maison des Cadeaux, negozio dedicato agli articoli da regalo, agli sposi, alle porcellane ed alle cristallerie. Nel 1996, con l’ingresso dei figli Gennaro e Fabio, è realtà il palazzetto su quattro livelli. Nel 2018, nuova sede nella vicina Santa Maria Capua Vetere e restyling per quella di Capua. Don Aristide lo ricordiamo sul suo banchetto da lavoro, dove ha continuato con passione ed amore a curare i suoi orologi e quelli dei suoi clienti, sempre con mano ferma ed occhio attento, smontando e riparando. La meravigliosa foto è del maestro Franco Cucciardi. Questa è la storia di don Aristide Sessa: lavoro e passione di un galantuomo, uomo d'altri tempi, di chi considerava la stretta di mano un contratto. La storia di un "capuano" benemerito. L'ultimo saluto a don Aristide Sessa è stato fissato per lunedì 30 giugno alle ore 16.30 nella Basilica Cattedrale di Capua.