fazio1Non si è fermato un solo istante Antonio Iavazzo, attore e regista, che di palazzo Fazio, a Capua, ne ha fatto il suo avamposto per iniziative di carattere culturale, ma soprattutto di teatro e danza. Un cartellone di riguardo che riprende con la medesima partecipazione di critica e di pubblico, che da tempo segue le iniziative del FaziOpenTheater. Domenica, ore 19.30 è protagonista “Extralab” dell’Accademia Belle Arti di Napoli – “Best Live” di Napoli con "Sala d'attesa" di Ivan Fedele e Cristiano Di Maio per la regia di Pino L’abbate; interpreti: Ivan Fedele e Cristiano Di Maio, le musiche di Gianpaolo Ferrigno ed Antonio Ottaviano, voce off di Ilaria Scarano, costumi di Mattia Sartoria. La vicenda si svolge nella sala d’attesa di un’importante azienda, la “Dream Agency” che produce giovani artisti. Qui si incontrano Giulio (Cristiano Di Maio) e Camillo (Ivan Fedele), di professione poeta e sceneggiatore. “Camillo e Giulio, due anime solitarie, due caratteri differenti, quasi agli antipodi, ma con in comune un grande senso di solitudine – Scrive Pino L’Abbate nelle note di regia - Questi gli ingredienti di “Sala d’attesa”, dove i due aspettano in una sorta di “acquario”, sospesi nel tempo e nello spazio, il fantomatico Dott. Raggi, un produttore che può cambiare loro la vita. E come in “Aspettando Godot” di Beckett, l’attesa diventa un pretesto per mettere a nudo le anime dei protagonisti, per scavare in quella umanità che ha bisogno di essere riportata a galla. La sala d’attesa diventa un “non” luogo sospeso”. Due personaggi strampalati, nati dalla scrittura e dalla presenza scenica di Ivan e Cristiano, che mantengono il tema degli opposti consolidato nelle esperienze televisive di questi ultimi 10 anni: “Era arrivato per noi il momento di rappresentare questo spettacolo. Veniamo dal mondo del teatro e Sala d’attesa rappresenta l’esigenza di sperimentare e di trovare nuovi stimoli”. “Siamo sempre noi – afferma Ivan Fedele - Lo humour di questo spettacolo caratterizza un rapporto umano tra due ultimi rispetto a una società che li ha emarginati. La soluzione è dietro l’angolo ed è un messaggio che speriamo il nostro pubblico trovi proprio a teatro”.

 

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