nonna vincenzaI "Cento" anni di nonna Vincenza. Giusto un secolo, scandito dal tempo e nutrito da emozioni, esperienze, gioie, ma, purtroppo, anche dolori, difficilmente dimenticati e custoditi nel più profondo del cuore.
Cento anni vissuti per la famiglia, insomma con gli affetti più cari. È festa, oggi, a Capua, nonostante tutto; nonostante la pandemia, che impone cautela, pertanto, la ricorrenza potrà essere celebrata solo virtualmente. (Le foto sono di repertorio ndr). Una festa diversa, ma che per Vincenza Pucillo, rappresenta il compendio di una vita vissuta con l'amore e la condivisione. È il sei di dicembre del 1920, rione Santa Caterina, il quartiere dove vivono gran parte delle famiglie dei "Ciummaiuoli", i pescatori del Volturno. Qui c'era il ghetto ebraico di Capua, in San Martino alla Giudea, ma anche il meraviglioso tempietto della Madonna dei Leoni, la limata e le acque limpide e cristalline del Volturno, dove ci si poteva pure fare il bagno e le romantiche traversate con i lontri. Vincenza nasce in una famiglia umile, onestà, generosa, ed altrettanto animata da operosa voglia di fare. D'altronde, come tanti altri nuclei capuani, in cerca di serenità e tanta voglia di riprendere la vita quotidiana, dopo la grande guerra, quella del 1918. Vincenza non immagina, manco lontanamente, che avrebbe dovuto affrontare il secondo conflitto mondiale, ancor più il nove di settembre del quarantatre, data che ancora ricorda e ne parla con commozione e forse paura: il bombardamento dell'amata Capua, rasa, per buona parte, al suolo. E non è finita, Vincenza ha superato già l'epidemia da colera ed ora si protegge dal corona virus. Cresce bella ed attraente, cosa che non sfugge al suo Vincenzo, nella foto in divisa militare ndr. Si innamorano follemente. Un amore leale, genuino, semplice, come sarà la loro vita coniugale, consacrata il nove maggio del 1945 nella devotissima chiesa di S. Anna, in via Roma, e coronata da sei figli; due maschi: Antonio, che nasce nel maggio del 46 e Franco, nato a gennaio del 48. Tonino, così come lo chiamavano in famiglia, purtroppo non c'è più, è venuto a mancare qualche anno fa; di Franco, tutto un programma, fatto di encomi, vittorie e soddisfazioni nel mondo dello sport, ed in particolare nella boxe, di cui è stato più volte campione Italiano e sfidante al titolo europeo. Franco Buglione è stato l'orgoglio di papà Vincenzo, che ricordiamo in una memorabile serata pugilistica, disputata nel teatro Ricciardi, nel match che lo vide sfidare e conquistare il titolo italiano dei pesi Gallo, contro Luigi Tessarin della scuderia Totip Branchini. Papà Vincenzo non esitò a salire sul ring per abbracciare il suo campione. Sarà uno degli ultimi abbracci, perché papà Vincenzo lascerà la vita terrena nel 1983. Franco è stato, anche, consigliere comunale ed assessore, ovviamente allo sport. Testimone lasciato al figlio Fabio, politico, come pure l'altra nipote di nonna Vincenza, Marisa, attuale consigliera comunale. Poi le figlie femmine, che non hanno mai privato l'adorata mamma del calore e dell'amore necessario, soprattutto dopo la morte di papà Vincenzo: Anna, detta Nannina, nata nell'agosto del 1950, Maddalena, detta Lena, nata ad ottobre del 52, Celeste, nata ad aprile del 55 e Maria, nata a Gennaio del 1959 . Una bella famiglia, insomma, dove le nuove generazioni sono sostenute da quattordici nipoti e nove pronipoti. Ma oggi è festa, e la città di Capua si stringe, seppur virtualmente, alla sua nonna centenaria.

 

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