APPIADAY 2018IL Touring Club Capua ci segnala una importante iniziativa culturale, domenica 13 maggio che interesserà anche la nostra Città dal titolo molto significativo di “APPIA DAY”, organizzata da “Legambiente”, “Touring Club Italiano” e “COOPCulture”. La valorizzazione dell’Appia e del suo lungo percorso storico-artistico-monumentale che unisce tante città da Roma a Brindisi. Anche Capua sarà tappa molto interessante di questa giornata di visite guidate, di festa e di riflessione, secondo gli itinerari proposti dal Console TCI di Capua Annamaria Troili. Per tutto il resto della manifestazione è consultabile il sito www.appiaday.it. Di seguito riportiamo, alcune “PROPOSTE PER L’APPIA DAY”.

 

LE PROPOSTE TOURING PER L’APPIA DAY- 13 maggio 2018 



S. Maria Capua Vetere (CE):
h 10-13 ANFITEATRO CAMPANO (ingresso gratuito) Info point per l’Appia a cura del TCI Corpo Consolare Campania in collaborazione con Legambiente e Polo museale della Campania.  h 10-13 DOMUS DI CONFULEIUS c.d. bottega o casa del tintore. Nascosta nel sottoscala di un edificio della cittadina che sorge sulle rovine dell’antica Capua, vi è la cosiddetta “Bottega del Tintore“, una delle più belle domus riemerse nella provincia casertana. Anche conosciuta come Domus di Publius Confuleius Sabbio, essa fu riscoperta nel 1955 nel corso di alcuni interventi di edificazione. La domus, risalente all’età tardo repubblicana, si compone di due ambienti a pianta rettangolare. Stando al contenuto di una iscrizione, sembrerebbe che la domus appartenesse allo schiavo liberato Publio Confuleio Sabbio. L’ipotesi che quest’ultimo fosse solito dedicarsi nella propria abitazione alla lavorazione del 13, pesante mantello di lana indossato dai soldati, sembrerebbe essere confermata dalla presenza di una vasca e di un pozzo nel primo dei due ambienti. Ciò farebbe pensare che, proprio in quella sala, il padrone di casa svolgesse una delle fasi di lavorazione del sagum. Il sito non è normalmente visitabile. A cura del CdT Terra di Lavoro col supporto di Touring Giovani sez. Caserta. Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 333 980 8553

Capua (CE):

h 10-13 MUSEO CAMPANO (ingresso ridotto 3 €). Museo storico dell'antica Campania (poi di Terra di Lavoro e oggi compresa nella Provincia di Caserta), oltre che uno dei più importanti della Campania e d'Italia, conserva la più importante collezione mondiale di Matres Matutae, dette anche Madri di Capua, Importante testimonianza di un particolare culto indigeno preromano, dedicato alla fertilità, alla protezione della madre e della sua prole, provenienti dall'antica Capua, l'attuale territorio del Comune di Santa Maria Capua Vetere e il più grande lapidarium (insieme di epigrafi, steli e lapidi su pietra di epoca sostanzialmente romana) dell'Italia meridionale. Nel muso sono conservate antiche pietre miliari dell’Appia antica. A cura di Aperti per Voi Capua Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 347 373 7037

h 11 TOUR DELLA VIA APPIA (Corso Appio) Un itinerario attraverso il centro storico alla ricerca delle pietre dell'Antica Via, provenienti in gran parte dall' Anfiteatro, che servirono ai longobardi Capuani superstiti per costruire la città nuova e che adornano il Palazzo Municipale nella centrale Piazza Giudici, la Torre campanaria del Duomo, la Chiesa dell' Annunziata, il Castello delle Pietre. Punto d’incontro postazione TCI a p.za dei Giudici – Capua. Al termine aperitivo alle 13 nelle caffetterie sul corso Appio. A cura di Aperti per Voi Capua in collaborazione con Pro-Loco Capua Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 347 373 7037


Bisaccia (AV):
h 10.30-12.30 TOUR IN BICICLETTA. Raduno dei partecipanti dai comuni di Lacedonia, Aquilonia e Calitri alle ore 10.30 presso il castello di Bisaccia, sede del Museo civico archeologico, per poi proseguire alla volta di Mirabella Eclano lungo la statale 303 del Formicoso, sulle tracce dell’antica via Appia, percorsa e raccontata Paolo Rumiz, il celebre autore di “Appia”, che ha percorso a piedi, con un manipolo di amici, la prima grande via europea. Arrivo a Mirabella Eclano per la manifestazione ufficiale finale sull’Appia Day e saluti istituzionali. A cura del Club di Territorio Paesi d’Irpinia Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 377 160 3172

 

DI SEGUITO ALCUNE NOTE DI POMPEO PELAGALLI

 

A proposito di “LE PROPOSTE TOURING PER L’APPIA DAY”
Il letterato e politico Cassiodoro nelle sue “Variae (II,32-33)racconta come Teodorico il Grande (455-524) volesse restaurare la strada, ormai in evidente decadenza. L’intervento di restauro, anche se non cambiò in modo definitivo l’aspetto dell’Appia, dovette essere condotto a termine, se Procopio di Cesarea, collaboratore del generale Belisario pochi decenni dopo, durante la guerra gotico-bizantina potè celebrare la via Appia , commentando
“ La via Appia, cui già, novecento anni prima, Appio , Console romano, aveva costruito e da sé denominato. La via Appia è lunga cinque giorni di cammino di uomo aitante; essa va da Roma a Capua; la sua larghezza è capace di due carri che vadano in direzione opposta; fra tutte è d’assai la più cospicua, poiché Appio fece trasportare colà, cavandola da altra regione discosta, tutta la pietra, che è pietra molare e di dura consistenza, quale punto non si trova nel paese stesso. Levigate ed appianate le pietre e tagiatele ad angolo le combinò tra loro senza frapporvi cemento né altro, e quelle stanno unite, aderenti così saldamente che a chi le vede non pare siano combinate, ma formino un solo assieme; né , malgrado il molto tempo passato, e l’essere state giornalmente calate da tanti carri e giumenti d’ogni sorta, avvenne che in alcun modo fosse turbata la loro compagine, né che alcuna fosse spezzata o consunta, o perdesse alcunché della sua nitidezza.”
Paolo Rumiz nel suo “APPIA” riferisce che il 13 giugno 2015, a 2327 anni esatti dall’inizio dei lavori della sua costruzione, dopo 612 chilometri in 29 giorni di cammino e circa un milione di passi, ha percorso tutta l’Appia da Roma a Brindisi e testualmente : “Quel cammino ha portato alla tracciatura del percorso integrale della madre di tutte le vie, dimenticata in secoli di dilapidazione, incuria e ignoranza. L’Appia. Un’avventura magnifica e terribile, vissuta attraverso meraviglie ma anche devastazioni, sbattendo talvolta il naso contro l’indifferenza di un Paese cinico e prono ai poteri forti, ma capace di grandi slanci ospitali e di straordinari atti di resistenza “partigiana” contro lo sfacelo.”
E’ vero: oggi l’Appia risulta vistosamente dilapidata, deviata, nascosta in proprietà private e fortemente ignorata, ma in occasione dell’”Appia Day”, una meritevole iniziativa promossa da “Legambiente”, CoopCulture e Touring Club Italiano, induce alla speranza di una rinnovata attenzione sulla sua importanza.
A tal proposito: si precisano alcune notizie: Il Museo Provinciale Campano di Capua, aperto dal martedì alla domenica dalle ore 9 alle 13,30 (Domenica fino alle 12,30), ospita l’unica raccolta delle Matres Matutae, costituita da quasi duecento statue ex voto e da una lastra in tufo con una rarissima iscrizione in lingua osca, testimonianza di un antichissimo culto della fertilità praticato dalle tribù Osco-Sabelliche che per primi abitarono i territori della zona pedemontana dei colli Tifatini. I resti del tempio e le numerose statue e suppellettili furono ritrovati verso la metà del 1800 proprio lungo l’Appia a Curti durante i lavori di scavo per la costruzione di una villa in proprietà Patturelli, un architetto che aveva lavorato alla costruzione della Reggia di Caserta.
E’ UTILE RICORDARE che il Museo Campano di Capua ospita la più importante raccolta di pietre miliari dell’Appia e di lapidi e monumenti funerari ritrovati lungo l’antico tracciato della prima via consolare che tra il 312 e il 307 a.C. congiungeva Roma a Capua. Tutto questo prezioso materiale è conservato nella Sala Momssen, dal nome del famoso archeologo tedesco , che lasciò nel 1870 all’allora Direttore del Museo Gabriele Jannelli l’incarico di esporre tutti gli oggetti da lui rinvenuti in una apposita sala.
L’Appia, definita da Paolo Rumiz come la prima vera autostrada d’Italia, oggi è quasi del tutto scomparsa e in molti tratti inglobata in proprietà private con tante e inopportune deviazioni, mentre l’unico tratto ancora integro e leggibile è quello che parte dal ponte romano, fatto erigere dal censore Appio Claudio Cieco , sul Volturno (distrutto nel 1943) a Capua e proseguente per Santa Maria Capua Vetere, San Prisco, Curti, Casapulla e Casagiove fino alle porte di Caserta.
In particolare, dopo la distruzione e l’abbandono totale dell’antica Capua, nell’856 con il longobardo Conte Landone fu costruita la Nuova Capua nel sito del porto fluviale di Casilinum e da quel momento in poi le pietre, le sculture, le lapidi, le colonne, intere strutture degli edifici della Capua antica furono trasportate e inserite negli edifici, nelle Chiese e nei palazzi della Capua Nova. Oggi Capua è definita, a ragione, un vero e proprio Museo all’Aperto . Basta osservare il basamento del campanile del Duomo con le colonne, le pietre e alcune sculture dell’Anfiteatro Campano, e le protomi degli archi dello stesso Anfiteatro con figure allegoriche o di culto inserite nel Palazzo del Governatore, oggi sede del Comune di Capua, e tantissime altre sculture , basamenti e lapidi visibili in tantissime costruzioni della Capua attuale.
Attualmente è aperta e visitabile una interessante e bellissima Mostra dedicata ad “Annibale a Capua” presso il Museo dell’antica Capua in S.Maria C.V., altra importante e vivace testimonianza del percorso Appio.
Senza contare che presso l’Anfiteatro Campano il Museo dedicato al gladiatore Spartaco ci ricorda come la rivolta per la libertà degli schiavi oppressi e maltrattati si chiuse proprio sull’Appia con migliaia di crocifissioni. E, poi, le “Carceri Vecchie” a Curti, gli importantissimi e unici mosaici paleocristiani nella Cappella di Santa Matrona a San Prisco e il famoso sacello funerario, detto la “Conocchia” a Casapulla e tante altre testimonianze di un passato glorioso che lungo l’Appia si snoda e che si inserisce in un discorso di rinnovamento delle procedure di consapevolezza e valorizzazione di un patrimonio storico-culturale vastissimo.
Gli anziani, come il sottoscritto, ricordano anche che solo alcuni decenni fa lungo tutta l’Appia fino a Caserta e oltre era praticata una intensa coltivazione e lavorazione della canapa, che vi erano numerosi mulini e pastifici e che solo alcune delle tradizioni enogastronomiche sono sopravvissute, come la coltivazione della mela annurca, e di alcune qualità di carciofi, nonché di produzioni di vini rinomati oltre l’antico Falerno e la presenza di tanti caseifici che offrono prelibate mozzarelle. Ed è bello ricordare i passaggi molto attesi e celebrati di tappe del Giro d’Italia e delle Mille Miglia sia per le moto che per le auto e il ricordo più bello del passaggio della carovana e dei tedofori delle Olimpiadi di Roma del 1960.
Sempre protagonista la nostra mitica e superba prima via consolare APPIA.
Pompeo Pelagalli