placito capuanoE’ ormai unanimemente acquisito dai più autorevoli linguisti e, in Italia, dall’Accademia della Crusca che l’atto di nascita ufficiale, trascritto per la prima volta in un documento ufficiale, dell’uso del “volgare” è sancito in quell’atto giudiziario o sentenza che prende il nome di “Placito Capuano”.
Si tratta di una lingua, derivata dal latino, che viene comunemente usata dalle popolazioni indigene nonostante le dominazioni variamente presenti in Italia e soprattutto nell’Italia Meridionale e che emerge significativamente a Capua durante il Principato Longobardo così come apprendiamo da quella pergamena scritta in Capua davanti al Palazzo dei Principi e rivolta all’attenzione del popolo presente all’evento giudiziario che qui si svolge.
Il Placito Capuano segna l'inizio di un lungo cammino che porterà, col tempo e nei secoli successivi, alla formazione delle lingue neolatine di tutta Europa ed è conosciuto come Placito Cassinese, sia perché è conservato presso la grande biblioteca di Montecassino e sia perché il giudicato riguarda la questione circa il possesso di terreni di proprietà abbaziale ma impropriamente usurpati da un privato dopo le distruzioni saracene. I benedettini erano già stati ospitati per più di quaranta anni a Capua dai Principi Longobardi proprio perché l’abbazia di Montecassino era stata distrutta e quando tornano in sede per la ricostruzione chiedono giustizia al Principe di Capua. Sarà l’abate Aligerno a presentarsi alla Corte Capuana in una giornata di marzo del 960 e fornirà tre testimoni al giudice capuano Arechisi per dimostrare il possesso spettante al suo monastero. Il rito giudiziario, secondo la consuetudine del diritto germanico, si svolge davanti al Palazzo, al cospetto di tutte le Autorità ma anche di tanti sudditi, persone comuni che non conoscono il latino e che devono poter capire quanto viene riferito dai testimoni. Infatti, la formula “sao ke kelle terre….” in una lingua usata dalle popolazioni locali’ il volgare, ripetuta più volte fa chiaramente capire a tutti che “quelle terre..” sono state in possesso del monastero per più di trent’anni per cui spettano all’abbazia secondo l’istituzione del diritto romano dell’usucapione. Poi tutta la vicenda viene trascritta da un notaio che riporta nell’atto giudiziario le frasi in volgare espresse dai tre testimoni. E questa è la novità del Placito Capuano che sancisce, in un atto ufficiale, l’uso di una lingua “volgare” e segna l’inizio del lungo cammino che porterà, poi , alla formulazione dell’”italiano” ma anche di tante altre lingue derivate dal latino.


Con la rievocazione storica del Placito Capuano, fin dalla prima edizione del 2015, abbiamo voluto rivendicare alla nostra Città quel primato importantissimo non solo per la cultura e la storia di Capua , ma dell’Italia intera nei confronti di quel fenomeno che successivamente si sviluppa nei paesi europei. Di fronte alle perplessità manifestate per una serie di manifestazioni inneggianti il sorgere del volgare da Cassino, abbiamo trovato consenso e ragione dall’Accademia della Crusca e dall’Università ed è intervenuto personalmente il Professore Sabatini a ribadire, chiedendoci un monumento che lo ricordasse per sempre, proprio nel luogo ove avvenne, di fronte alla Chiesa di San Salvatore a Corte ove era l’ingresso del Palazzo dei Principi, distrutto dalla guerra.

 

Ed è stata conservata la consuetudine, voluta dai Volontari di “Aperti per Voi” del Touring Club Italiano di Capua di farla svolgere direttamente dagli studenti coinvolgendoli come attori protagonisti di questa vicenda così importante soprattutto per la loro formazione e crescita culturale. Di fronte al dilagare di mezzi moderni di comunicazione, usati anche impropriamente e perennemente, giova riflettere sull’uso proprio della lingua ricorrendo anche alla sua storia e al suo sviluppo. Da una idea della nostra Console Touring, Annamaria Troili, ogni anno la Principessa “ Adelgrima”, fondatrice di San Salvatore a Corte, risorge per aprire solennemente le cerimonie rievocatrici di quel grande fatto storico e , con cortei in costume, mercatini medievali, musiche e danze , si torna a risentire quella formula proprio nei luoghi ove fu pronunciata la prima volta. Non solo, le scuole partecipano , con lavori ed elaborati al Concorso loro riservato che ha per tema il Placito Capuano. Ogni anno i premi e gli attestati vengono consegnati da personalità autorevoli proprio nel campo linguistico. Quest’anno sarà una persona molto importante a consegnare i premi per le scuole e per i singoli studenti che hanno partecipato al concorso, sarà una donna, una Signora che riesce a far comprendere a tutti il valore della vita, la bellezza degli ideali, il profondo significato dell’intimo e umano sentire con i suoi scritti, i suoi libri, la sua partecipazione entusiastica e appassionata sulle pagine del “Mattino” e dei suoi romanzi e saggi storici: Nadia Verdile. I suoi libri sono ora materia fondamentale per conoscere e approfondire alcune realtà del nostro territorio (“La Reggia di Carditello” e “Molise radici e sapori”) e soprattutto alcune figure femminili di altissimo livello come “Matilde Serao”, “Gianna Manzini”, “Matria Luisa la duchessa infanta” e “Regine. Spose bambine, eroine e sante dall’Europa alla Corte di Napoli”, che ha vinto meritatamente ,in un campo molto numeroso e agguerrito di contendenti, il prestigioso Premio Mino De Blasio come “migliore opera saggio”, un meritatissimo riconoscimento per una produzione esemplare per ricchezza di documentazione e per acutezza di indagine psicologica. Nadia Verdile è un vero grande esempio per le giovani generazioni anche come docente mirabile.


Un’altra presenza di grande rilievo quest’anno è costituita dalla partecipazione del grande Artista Enzo Marino, che presenterà in San Michele a Corte la mostra di “Disegni Medievali” ispirati a quella formula “Sao Ko Kelle Terre….”. C’è già un gran clima di attesa per questa sua nuova produzione, perché Enzo Marino agisce sempre a tutto campo nell’arte pittorica, con creazioni originali e con l’adozione di sempre nuove tecniche, e così nella scultura ove si distingue nelle “Graffisculture”, le “Aurasculture”e “Sculture performative” e in tantissimi altri campi, come la scrittura e l’invenzione di romanzi in dialetto napoletano descritti in contesti locali ma dal sapore universale. Come è universale la sua partecipazione ad avvenimenti artistici importanti in Italia e in India , in Germania e in Giordania e in tanti altre sedi internazionali, ed è fondatore e presidente dei “Free International Artists” dal 2002 con cui opera in tutti i paesi del Mondo.


Il significato vero e profondo della manifestazione capuana dedicata al Placito è ormai categoricamente inserita in un agone nazionale ed è unanimemente elogiata e capìta, merita soltanto un aiuto più solido e decisivo da parte di Istituzioni Pubbliche e Private per poter proseguire il suo cammino all’insegna di questo grande primato che la storia e i nostri predecessori ci assegnano.

POMPEO PELAGALLI

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