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Ne ha fatta di strada la pizza,  forse tra i piatti più popolari al mondo, mutando fino a diventare un vero vanto della cucina italiana,  studiando farine e impasti, idee gourmand e bilanciamenti. Oggi essere pizzaiolo è in molti casi un arte ed il “uaglione” di un tempo si è evoluto. A questa trasformazione si è sottoposto anche il  giovane ed intraprendente Daniele Lepore che dall’età di undici anni ama avere le mani in pasta e l’arte della pizza è cresciuta con lui. All’ombra delle Torri di Federico nella città di Capua la sua cucina in Via Mezz’Appia è un laboratorio magico in cui le farine giocano un ruolo fondamentale e i lieviti sono sempre più oggetto di studi. Struttura del cornicione alveolata, impasto ben idratato, ore ed ore di lievitazione per garantire sempre più un’alta digeribilità… Lepore &Farine è molto più che una pizzeria, è il luogo dove nascono con amore calde e fumanti pizze che sposano ingredienti gustosi e scelti con estrema cura. Daniele Lepore ha pensato bene di omaggiare una ricetta storica napoletana creando una pizza che ne riprende il nome: la Scarpariello. Pomodorini del piennolo del Vesuvio DOP Inserbo (selezione Manfuso), cacioricotta di capra del caseificio Martone (Polvica), pesto di basilico rigorosamente homemade, olio evo caiazzano aromatizzato all’aglio, origano

scarpariello

 del Matese e basilico richiamano gli ingredienti di quella pietanza nata nei vicoli napoletani dove un tempo vivevano gli “scarpari”, cioè i calzolai, che lavoravano ogni giorno nelle loro minuscole botteghe. C’è chi sostiene che le consorti degli scarpari non avendo molto tempo da dedicare ai fornelli, preparavano un “pasto veloce” nella pausa pranzo: lo Scarpariello, appunto. Secondo un'altra leggenda, invece, questo piatto si preparava con i prodotti che si avevano in casa, o con quello che regalava al calzolaio la gente che non poteva pagarlo. Il piatto che si serviva a tavola il lunedì era lo scarpariello appunto ed il lunedì coincideva con il giorno di riposo per gli “scarpari”, quando si raccoglieva tutto quello che avevano regalato i clienti e lo si cucinava insieme al ragù avanzato la domenica. Con Daniele Lepore lo studio della tradizione si fonde con  la ricerca del nuovo gusto, un giovane che con estrema semplicità ma con grande devozione fa del suo lavoro la realizzazione del sogno di un bambino.

 

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