Per amore del mio popoloA 28 anni di distanza dal suo crudo assassinio il 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico, la memoria di Don Peppe Diana non si è ancora affievolita nella cittadina di Casal di Principe, ma anzi, sembra rafforzarsi con il passare del tempo, grazie alla volontà di sempre più persone, specialmente giovanissime, intenzionate a contrastare la criminalità organizzata, piaga del paese dell’Agro aversano.

Anche quest’anno, infatti, in occasione dell’anniversario della sua morte, numerose sono state le celebrazioni per mantenere viva la memoria di un uomo che, quasi da solo, a mo’ di un pastore che difende il suo gregge di pecorelle, ha avuto il coraggio di alzarsi e fronteggiare la camorra, proprio in quegli anni in cui essa mieteva vittime e diffondeva un orrore muto nella comunità casertana.

La giornata celebrativa ha avuto inizio alle ore 7.30 con una messa presieduta dal nuovo vescovo ausiliario di Pozzuoli, don Carlo Villano, in passato uno dei ragazzi scout di don Diana, nella Chiesa San Nicola di Bari di Casal di Principe, dove don Diana fu freddato all’età di 36 anni da cinque colpi di pistola esplosi da un killer della camorra.

Alla messa è seguita la deposizione di fiori sulla tomba del sacerdote anti-camorra nel cimitero del comune da parte del sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, del Presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra, di don Luigi Ciotti e dei familiari.

Le celebrazioni sono poi proseguite alle ore 10.00 in Casa Don Diana, dove, a causa di un numero enorme di partecipanti, non previsto dagli organizzatori del Comitato Don Peppe Diana, il convegno dal titolo “Memoria: un dovere di solidarietà” ha avuto luogo nell’immenso cortile piuttosto che nei locali interni. Significativo è stato l’intervento di don Ciotti: “don Diana è morto, ma noi dobbiamo essere più vivi, più responsabili, più attenti. Questa città è profondamente cambiata da allora, ma bisogna stare attenti, perché stanno ritornando. Oggi la camorra, fatta qualche eccezione, non spara più. Con l’indice della mano schiaccia un pulsante per trasferire soldi da una nazione all’altra”.

Alle varie commemorazioni erano presenti anche numerosi studenti e bambini; ed è proprio da loro che il comune di Casal di Principe ha intenzione di ripartire: solamente educandoli alla legalità e alla cittadinanza attiva, secondo l’esempio eroico di Don Peppe Diana, che, nel giorno della festa del papà quasi assume i connotati di un padre amorevole verso il suo popolo, è possibile dare riscatto a una comunità macchiata indelebilmente dalla camorra.

Alle famosissime parole di Don Peppe Diana “Per amore del mio popolo non tacerò”, l’intera comunità di Casal di Principe sembra aver risposto anche quest’anno, ancora una volta: “E noi non taceremo”.

 

Claudia Iorio, V A Sc.co, liceo “S. Pizzi”