Guanto CalenoCon la festa dell’Immacolata si entra nel pieno delle feste Natalizie, ovunque in Campania è tradizione per le massaie dedicarsi alla preparazione di gustosi dolci per festeggiare il Santo Natale.
Struffoli, pigna dolce, taralli, biscotti e chi più ne ha più ne metta, e a Calvi Risorta è tradizione preparare durante le feste, anche in quelle Natalizie, il famoso GUANTO CALENO.
È un dolce la cui ricetta è un segreto che si tramanda da madre a figlia soprattutto per la particolarità del metodo col quale si prepara e la tipica forma che ricorda una corona.
Prima di trascrivere la (segreta e più probabile) ricetta è interessante conoscerne la storia:
Si narra che nella piccola frazione di Zuni, attuale borgo di Calvi Risorta, nel tardo ‘700, la chiesa del posto, dedicata a San Nicola, fu riconosciuta come chiesa dal Re Ferdinando IV di Borbone.
Le donne del posto, per festeggiare l’evento, prepararono, in onore del Re che era in visita in terra di lavoro, un dolce a forma di corona.
Durante la preparazione una signora anziana, vedendo l’impasto avvolto attorno alla propria mano esclamò in dialetto caleno: “m’ par propriu nu uantu” (mi sembra proprio un guanto). Inconsapevole che da quel momento in poi, quel dolce, sarebbe stato denominato GUANTO CALENO e destinato ad essere tipico sia di Zuni, sia di Calvi Risorta per poi essere esteso a tutto l’Agro Caleno.
Nel 2017, il guanto, ha ricevuto l’ambito riconoscimento di “prodotto tipico” che è l’equivalente del “DOP” per i vini. Per intenderci: si può definire guanto solo se prodotto nell’area dell’Agro Caleno.
Questo prodotto, negli anni è diventato il dolce da preparare in tutte le occasioni di festa compresi i matrimoni, feste patronali e ovviamente durante le feste di Natale. In particolare, nel mese di maggio si svolge la “sagra del guanto” proprio per omaggiarlo.
Una delle sue caratteristiche è che difficilmente lo si trova in pasticceria, infatti è importante che sia preparato sul momento e quindi si cucina prevalentemente a casa oppure sulle bancarelle durante le feste e a volte addirittura lo si può trovare nei mercati rionali.
Anche la preparazione è piuttosto particolare infatti, oltre agli utensili tradizionali, quali il mattarello, il setaccio per la farina e la grattugia, occorrono “strumenti” che non si trovano in giro ma vengono preparati da artigiani caleni specialisti: “ ‘u uantarolo” (una ruota dentata) e “ ’a mazzarell ” un’apposita stecca di legno che consente di girare l’impasto nell’olio per friggere per arrotondare a forma di corona il guanto.
Gli ingredienti sono (dovrebbero essere…) i seguenti:


2,5 kg di farina, 25 uova,
250 gr di zucchero, 1
cucchiaio raso di sale,
1 bicchiere d’olio d’oliva,
3 limoni spremuti e
grattugiati, 4 buste di lievito,
3 buste di vanillina,
250 ml di latte, 1 bicchierino di anice o vermouth


Come si preparano:
In una casseruola mescolare uova, zucchero, olio, anice o vermut, vanillina e limone grattugiato.
Aggiungere il lievito nel latte, miscelare bene e unire all’impasto. Aggiungere la farina fino a ottenere un impasto morbido.
Lasciare lievitare per circa 80 minuti. Stendere la pasta con il matterello ricavandone una sfoglia alta mezzo centimetro.
Con il guantaruolo tagliare la pasta a forma di listarelle lunghe 20 cm e larghe 5. Piegare le listarelle a forma di corona (la tradizione vuole che si avvolgano intorno al polso) chiudendole
con le dita.
Calarle una alla volta nell’olio bollente e con le mazzarelle girarle su se stesse fino a ottenere una cottura omogenea.
Appena i Guanti sono dorati, tirarli fuori dall’olio e passarli prima nello zucchero semolato e poi nello zucchero a velo.
Provate a mangiarle ancora calde, o fredde con un po’ di marmellata o crema di nocciola spalmata sopra.
Sono ottime anche “vecchie” di qualche giorno, riscaldate appena appena al microonde.
Chiunque l’assaggi sicuramente chiederà il bis!

 

Annapaola Palumbo

4a AI Liceo Garofano Capua

Cronisti di Classe 2021/22

 

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